Airbnb: affitti brevi e normative fiscali

Pubblicato giovedì, 27 Febbraio 2020
Airbnb affitti brevi e normativa fiscale

Dalla Stampa del 10 febbraio, risulta quanto Airbnb sia un fenomeno radicato in Italia. Tutti coloro i quali hanno una casa libera la possono mettere a profitto, utilizzando la piattaforma online per promuoverla, nell’ottica di economia circolare e del riuso degli spazi liberi.

Il Governo e il Ministero interessato stanno lavorando ad una norma affinché i possessori di oltre 3 case in affitto breve siano considerati una vera e propria impresa, stiamo parlando di circa 500 mila appartamenti in concorrenza con gli alberghi. Quindi solo fino a 3 case si godrà dell’agevolazione con cedolare secca al 21% secondo le indicazioni di Governo e Ministero.

Da Airbnb arriva l’11% del fatturato del settore alberghiero, quindi tale norma potrà rappresentare una rivoluzione; secondo molti osservatori il fenomeno di turisti che entrano ed escono dalle case trascinando trolley ha rovinato anche l’immagine delle città d’arte del nostro paese.

La norma a cui il governo sta lavorando, potrebbe diventare legge fra giugno e settembre; cambierà inoltre il meccanismo della tassa di soggiorno non più legata alle stelle dell’albergo, ma ad una percentuale sul costo della camera, con un massimale di 5 euro a persona a notte.

Queste norme potranno generare numerose polemiche. Attualmente Airbnb ha un debito fiscale con lo Stato italiano.

Il meccanismo in base al quale la piattaforma intermediaria ha l’onere di versare la tassa di soggiorno incassata dal turista all’Agenzia delle Entrate non ha funzionato, esiste infatti un contenzioso tributario fra lo Stato Italiano e la nota piattaforma Airbnb.